Si prospetta un 2013 ricco per le case farmaceutiche, ma di converso non per le farmacie. La nuova proposta, successiva a quella del 16 ottobre sulla nuova remunerazione della filiera del farmaco tende ad essere peggiorativa, mortificando quelle che sono le prospettive strategiche della farmacia. Se sul totale non ci sono grosse variazioni rispetto alla prima controproposta ministeriale nell’ottica del risparmio atteso per il 2013, ci sono però differenze sostanziali sia sul breve che sul medio periodo. Nel breve termine la contrazione del margine per il canale farmacia sarà ancora più veloce invece di essere arginata e questo in virtù della quota variabile elevata a fronte di un calo dei prezzi. In più il canale farmacia per effetto del testo proposto non è competitivo nelle aste pubbliche rispetto al canale ospedaliero. E quindi viene meno quello che nel disegno originario voleva fare riguadagnare alla farmacia la centralità nel modello distributivo. Non si assiste in pratica all’auspicato ritorno degli innovativi in farmacia. Si evidenzia inoltre, come per altro già fatto da molti brand della filiera, un aspetto politico evidente come la poca attenzione alla difesa del valore importante della farmacia sul territorio espresso dalla perdita delle tutele per il presidio rurale.
